Il discorso del Papa ad un gruppo di nuovi ambasciatori presso la Santa Sede: a rischio la sostenibilità ambientale, la pace e la concordia.
Le «forze centrifughe che vorrebbero dividere i popoli non sono da ricercarsi nelle loro differenze, ma nel fallimento nello stabilire un percorso di dialogo e di comprensione come il più efficace mezzo di risposta» a sfide globali quali le attuali minacce «alla sostenibilità ambientale» e quelle «alla pace e alla concordia»: lo ha sottolineato il Papa in un discorso ad un gruppo di nuovi ambasciatori presso la Santa Sede.
A presentare le rispettive lettere credenziali sono stati i rappresentanti diplomatici di Yemen (Yahia Mohammed Abdullah Al-Shaibi), Nuova Zelanda (Andrew Jenks), Swaziland (Sibusisiwe Mngomezulu), Azerbaijan (Rahman Sahib oglu Mustafayev), Ciad (Amine Abba Sidick), Liechtenstein (il principe Stefan) e India (Sibi George).
«All’inizio della vostra nuova missione, sono consapevole della diversità dei Paesi che voi rappresentate e delle differenti tradizioni culturali e religiose che caratterizzano la storia di ciascuna delle vostre Nazioni», ha esordito Jorge Mario Bergoglio. «Questo mi offre l’opportunità di enfatizzare il ruolo positivo e costruttivo che tale diversità riveste nel concerto delle Nazioni. La comunità internazionale affronta una serie di complesse minacce alla sostenibilità ambientale e nei confronti dell’ecologia sociale e umana dell’intero pianeta, come le minacce alla pace e alla concordia derivanti da ideologie fondamentaliste violente e dai conflitti regionali, che spesso appaiono sotto le spoglie di opposti interessi e valori. Tuttavia – ha sottolineato Papa Francesco – è importante ricordare che la diversità della famiglia umana non è di per sé una causa di queste sfide alla coesistenza pacifica. Davvero le forze centrifughe che vorrebbero dividere i popoli non sono da ricercarsi nelle loro differenze, ma nel fallimento nello stabilire un percorso di dialogo e di comprensione come il più efficace mezzo di risposta a tali sfide. La vostra stessa presenza qui – ha proseguito il Pontefice argentino – è un esempio del ruolo-chiave che il dialogo gioca nel permettere alla diversità di essere vissuta in modo autentico e nel reciproco vantaggio per la nostra società sempre più globalizzata. Una comunicazione rispettosa conduce alla cooperazione, specialmente nel favorire la riconciliazione dove essa è più necessaria. Questa cooperazione a sua volta è d’aiuto a quella solidarietà che è la condizione per la crescita della giustizia e per il dovuto rispetto della dignità, dei diritti e delle aspirazioni di tutti. L’impegno per il dialogo e la cooperazione dev’essere il segno distintivo di ogni istituzione della comunità internazionale, come di ogni istituzione nazionale e locale, dal momento che tutte sono incaricate della ricerca del bene comune».
«La promozione del dialogo, della riconciliazione e della cooperazione – ha detto ancora il Papa – non possono essere date per scontate. La delicata arte della diplomazia e l’arduo lavoro della costruzione di una nazione devono essere sempre nuovamente imparate da ogni nuova generazione. Noi condividiamo la responsabilità collettiva di educare i giovani all’importanza di questi principi che sorreggono l’ordine sociale. Trasmettere questa preziosa eredità ai nostri figli e nipoti, non solo assicurerà un pacifico e prospero futuro, ma – ha concluso Francesco – soddisferà anche le esigenze della giustizia intergenerazionale e di quello sviluppo umano integrale a cui ha diritto ogni uomo, donna e bambino».
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