Di Robin Bourlat

 Ciascuno conosce quanto il nostro movimento sia legato ai valori universali, ed alla solidarietà tra le persone ed i popoli.
Alla fine di di questi 6 mesi del 2015 è giunto il momento di farne un primo bilancio.
Siamo stati colpiti ad esempio dai momenti di grande unità, come ad esempio nella manifestazione di sostegno alle vittime degli attentati di Parigi nel Gennaio scorso, ma anche da tutti i pessimi eventi che si sono succeduti dall’inizio dell’anno ad oggi.

L’umanità si è resa continuamente schiava dei conflitti?
In un mondo scosso quotidianamente da numerose crisi che obbligano gli ormai rari rappresentanti ancora onesti a difendere al meglio le popolazioni, i popoli e il bene comune nelle difficili tensioni interne ed esterne.
Possiamo render loro omaggio e possiamo ammirare il lavoro che compiono con le scarse risorse economiche a loro disposizione, considerando le difficili condizioni in cui lavorano e la disparità di trattamento e delle funzioni che tanti di loro ricoprono e dei loro staff, talvolta molto sguarniti, che lavorano contro corrente, combattendo la corruzione e gli egoismi personali!
 
L’ora non è dedicata purtroppo solamente agli omaggi ed ai ringraziamenti.
Gli scenari geografici, politici, diplomatici non sono caratterizzati dall’unità, dalla pace e dal dialogo e hanno evidentemente superato di molto la soglia di guardia, come “situazioni critiche!”
Gli ultimi 6 mesi hanno visto l’equilibrio del mondo diventare problematico!
Oltre agli attentati dell’inizio dell’anno in Francia ed in Danimarca, il bagno di sangue del Kenya,  i massacri e le torture a danno dei cristiani di Oriente e le popolazioni civili in Siria, in Iraq, in Libia, i conflitti interminabili tra Israele e Palestina, tra Ucraina e Russia, la follia demagogica del dittatore Nord coreano, le repressioni e violazioni costanti ai diritti fondamentali in Asia (Birmania, Cina…), le migliaia di persone che fuggono dai loro paesi per salvare la vita (Burundi, Libia, Eritrea… Medio Oriente…) e che sovente periscono in mare per avere cercato un avvenire migliore, coloro che sono sfruttati nei paesi in via di sviluppo, la precarietà e la miseria che stanno sempre più aumentando nei paesi più evoluti; il rombo sordo, ma sempre più percettibile delle popolazioni europee scontente che si lasciano affascinare in continuazione da arringhe populiste… (che si avviano a ripetere gli errori del passato?!?).

L’elenco è terribilmente lungo… non possiamo dire che la prima metà del 2015 sia trascorsa decentemente per la pace e l’unità anche se abbiamo tuttavia piccoli segnali positivi dai cambiamenti che avvengono ad esempio a Cuba…

Siamo solamente a metà anno e già sono scese troppe le lacrime e tanto sangue è stato versato!
2015 un anno pazzo?
Dobbiamo assolutamente rimetterci in discussione e interrogarci su che cosa ciascuno di noi può fare al proprio livello affinché le cose cambino…