di Michele Zanzucchi

 

L’Ue e l’opinione pubblica dell’Europa occidentale vedono sempre più in Mosca il nemico da contenere e se necessario combattere. Ma che cosa pensa realmente la gente a Mosca? Perché è tanto sentita la battaglia nell’Est del Paese confinante?

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<p>È un dato di fatto che la popolarità del presidente Putin in Russia è risalita nei sondaggi in modo impetuoso dopo lo scoppio della crisi ucraina. Cifre che s’avvicinano all’80 per cento di soddisfatti/molto soddisfatti. Come mai? Noi europei ci sorprendiamo perché non capiamo come un dittatore appena mascherato da democratico, un vecchio zar, possa riuscire a rimanere in sella al potere russo nonostante le sue origini nel Kgb, nonostante i tanti morti della Cecenia, nonostante l’aggressione perpetrata ai danni dell’Ucraina.<br />Conversando con le nostre consuete fonti moscovite, emerge un quadro più sfumato di quanto non possa sembrare. «Sì – ci dicono –, è vero che la visione della Storia non sempre è chiara… Per tanti russi, almeno per tutti gli ultracinquantenni, la Crimea e l’Ucraina stessa sono parte integrante della Russia, e quindi la spinta di Kiev a entrare nella Ue o addirittura nella Nato è vista semplicemente come una annessione territoriale illegale da parte dell’Occidente di un pezzo di madre patria. Ma è anche vero che storicamente la Crimea è sempre stata russa e che le popolazioni russe nell’Est del Paese fanno sì che quelle popolazioni debbano essere trattate adeguatamente, con rispetto».<br />Nel contempo i russi non possono sperare che l’Ucraina sprofondi nella guerra. Si calcola che un russo su tre abbia dei legami familiari con quel Paese. «Per questi motivi – continuano le nostre fonti – sono decine di migliaia i russi che si offrono volontari per andare a combattere sul fronte ucraino. Per cui è almeno parzialmente vero che i militari russi non sono andati a combattere in Ucraina: sono volontari. Tanti di loro sono ex-militari o militari, ma formalmente varcano la frontiera come volontari. È pure vero che delle madri di giovani scomparsi nella guerra ucraina stanno protestando: quando vengono “arruolati” firmano una dichiarazione di volontariato che spesso non è nota nemmeno ai familiari e che scarica le autorità russe da ogni responsabilità nella loro sorte».<br />E le sanzioni? Sono efficaci? «È vero, la mozzarella è scomparsa dalle nostre tavole – ammettono le nostre fonti –, così come il parmigiano e il gorgonzola. Ma per decenni il popolo è stato abituato a non avere tali delizie sul proprio desco, quindi ci si adatta facilmente. Forse a soffrirne sono i più ricchi. Gli oligarchi certamente vengono colpiti dalle misure prese da Usa e Ue, ma gli effetti sulla popolazione non avranno luogo prima di un anno. Senza considerare che queste misure spesso vengono aggirate nei mille canali che oramai legano la Russia all’Europa occidentale».<br />La leva che Putin sta usando è quella dell’orgoglio nazionalista, che non è mai scemato in Russia negli ultimi secoli. «In Occidente non ci si rende conto della gravissima umiliazione patita dai russi dalla caduta del muro di Berlino – proseguono le nostre fonti –. Ancor oggi si avverte come la diffidenza occidentale nei confronti della Federazione russa e dei suoi popoli sia molto chiara e radicata. L’Ucraina, nei piani di Putin, era una pedina importante nella riconquista dell’orgoglio nazionale e nazionalista, una pedina nel piano di condizionamento dell’Europa occidentale. La cacciata di Yanukovic, l’avvicinamento prepotente del governo di Kiev all’Ue stessa e l’appoggio finanziario dato dagli Stati Uniti alla rivolta della Maidan sono stati visti come aggressioni indebite alla autonomia russa e alla sua zona d’influenza. Un po’ come se la Russia avesse tentato di influenzare, ci sia concesso, il Canada o il Messico. Come avrebbe reagito Obama?».<br />Comunque i russi sono convinti che il loro presidente non abbia nessun desiderio né interesse a trasformare il conflitto locale nell’Est dell’Ucraina in una vera e propria guerra continentale. «La via negoziale pare l’unica percorribile – concludono le nostre fonti –: Putin ha voluto reagire alla scarsa fiducia europea e statunitense mettendo dei paletti. Speriamo tutti, anche a Mosca, che si arrivi a una soluzione diplomatica della crisi, magari con la concessione di una certa autonomia alle regioni dell’Est dell’Ucraina, evitando nel contempo che Kiev entri nella Nato».</p>
<p>Fonte: <a href=http://www.cittanuova.it/c/440891/La_crisi_ucraina_vista_da_Mosca.html