di Emanuele Gianmaria Fusi,
Presidente Fondazione Novae Terrae

 

Prima di entrare nel merito della situazione della Nigeria che reports più o meno attendibili reperibili anche sul web possano raccontare, è indispensabile, al fine di meglio comprendere i fatti, spiegare brevemente la realtà di questo grande Paese.
La Nigeria ha una popolazione di quasi 200 milioni di persone, composta da varie etnie e religioni, una popolazione molto eterogenea sotto tutti i punti di vista ed è di gran lunga il Paese più popoloso del continente africano e tra i primi 7 del mondo intero. In una simile moltitudine di persone si trova ovviamente di tutto, se non altro per motivi statistici.

Giudicare la Nigeria delle notizie che trapelano, spesso strumentalizzate, e che vengono rilanciate dai mass media senza entrare nel merito di una situazione molto complessa, sarebbe come giudicare l’Italia usando come fonte di notizia le fiction televisive sulla mafia.
La Nigeria è un Paese molto ricco di risorse naturali che vanno dal petrolio ai minerali solidi, dall’agricoltura all’allevamento, e avrebbe tutte le potenzialità per divenire non solo il motore dell’Africa, ma uno dei Paesi di traino del mondo intero, come è successo per India, Brasile Russia oltre ovviamente alla Cina.

Tuttavia questo Paese è afflitto da piaghe antiche quasi endemiche. La ricchezza è distribuita in maniera del tutto sbilanciata, le risorse naturali sono possesso di pochi gruppi appartenenti alle élites ed il rispetto della natura è sempre stato considerato un problema di secondo piano. Da ciò ne consegue in maniera diretta una grave frattura sociale che grazie alla povertà e all’ignoranza costituisce un enorme bacino per alimentare tensioni sociali, terrorismo e criminalità.

Un altro problema noto della Nigeria è costituito dalla dilagante corruzione che permea ogni attività pubblica e privata del Paese provocando sfiducia nelle istituzioni e nelle forze dell’ordine da parte di molti nigeriani che diventano facile prede dei fondamentalismi di ogni genere ai quali pensano di rivolgersi riconoscendoli come detentori di un potere occulto e parallelo più facilmente raggiungibile di quello istituzionale.

Se si parte da questi presupposti nell’analisi della realtà Nigeriana tutto il resto viene di conseguenza. Gruppi armati che sfruttando il malcontento generalizzato tentano di appropriarsi di intere zone del Paese adducendo motivazioni pseudo religiose oltre a gruppi terroristici che cavalcano la drammatica situazione di inquinamento ambientale che devasta il Delta del Niger rendendo invivibile l’intera area e squadre di briganti armati che fanno del rapimento degli stranieri una forma di sostentamento e molto altro ancora.

L’origine di questi antichi problemi non è certo sfuggita al nuovo Governo ed al Presidente Muhammadu Buhari che ha messo nel proprio piano di azione l’acerrima lotta alle piaghe Nigeriane consapevole che per combattere una grave malattia si deve intervenire sulle cause e non solo sugli effetti che essa provoca.
Il Governo attuale ha iniziato una politica inedita per il Paese, la lotta alla corruzione è feroce ed i primi risultati iniziano a vedersi. Infatti nel Paese si percepisce il soffio di un’aria nuova e la popolazione sta iniziando a capire che vi è una reale volontà politica di bonificare la palude della corruzione.

Come non si era mai visto prima vi sono stati i primi arresti di funzionari pubblici ed ex politici corrotti e sono state compiute imponenti azioni di sequestro e confisca di beni e proventi illeciti derivanti dalla corruzione.

Per quanto riguarda il riallocamento delle risorse naturali, il Governo e in particolare il Ministro dei Minerali Solidi Fayemi Kayode, ha iniziato un’operazione di revoca delle concessioni minerarie assegnate negli anni senza criteri di trasparenza e rimaste spesso improduttive ed addirittura dannose per l’Ambiente, si è iniziata inoltre un’azione di moralizzazione del settore e di verifica e controllo delle concessioni attive per evitare frodi, abusi ambientali ed attività illecite.

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<—  Il Ministro Nigeriano dei Minerali Solidi, il Dottor Fayemi Kayode (il secondo da destra) assieme al Presidente della Fondazione Novae Terrae

 

Si ricorda che il potenziale minerario della Nigeria è pressoché inutilizzato avendo la politica delle passate legislature concentrato l’attività esclusivamente sul settore petrolifero. Il settore dei minerali solidi è certamente più accessibile anche a realtà minori ed a volte artigianali rispetto a quello petrolifero che è monopolio di grandi multinazionali.
Il suo sviluppo è destinato a generare un più diffuso benessere ed una maggiore condivisione delle ricchezze del Paese.

Il Ministro Fayemi Kayode da me personalmente incontrato, ha ben chiaro quale sia la strada da percorrere ed è intenzionato a procedere velocemente. Gli atti già compiuti dal Ministro fanno la differenza tra promesse politiche elettorali e fatti concreti.

Un altro settore fondamentale per un benessere diffuso e per un migliore modo di vivere è rappresentato dalla corretta gestione ambientale e dalla capacità di fornire consapevolezza dello stretto legame tra l’ambiente e la popolazione che con esso interagisce. Come già chiarito sopra, gli scempi ambientali compiuti in passato da compagnie petrolifere magari in complicità con governi “distratti” hanno reso invivibile grandi zone del Paese provocando tensioni sociali difficilmente governabili.

Questo governo, tramite il Ministro dell’Ambiente Signora Amina J. Mohammed, ha deciso di intervenire in maniera energica e determinata per affrontare il problema.

L’inquinamento del Delta del Niger, in particolare della zona di Ogoniland, è considerato uno dei più gravi casi di inquinamento ambientale del mondo su cui tutta la comunità ambientalista internazionale da decenni punta il dito.

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Il Ministro Nigeriano dell’Ambiente, la Signora Amina J. Mohammed e il Presidente della Fondazione Novae Terrae                                      —>

 

Le catastrofiche conseguenze dell’inquinamento da idrocarburi hanno causato migliaia di morti e tolto la speranza di una vita degna di essere vissuta a innumerevoli famiglie e comunità.La volontà di porre un effettivo rimedio al problema, e non solo di organizzare convegni e tavole rotonde che solitamente sfociano in pubblicazioni fine a loro stesse, si è concretizzata nel mese di Giugno di quest’anno con l’erogazione di un miliardo di dollari completamente stanziato e disponibile per iniziare i lavori di bonifica della zona.

Alcuni importanti progetti per il riciclo dei rifiuti prodotti sono già stati implementati e altri lo saranno a breve, essi ed hanno lo scopo, oltre che di limitare l’inquinamento, di far partecipare al benessere una fascia debole di popolazione che grazie al riciclo e alla raccolta differenziata e alla costituzione di micro imprese potranno passare dall’indigenza totale ad una migliore condizione economica.

In Nigeria è finito il periodo dei Ministri nominati per amicizia o per motivi oscuri, dando spazio a persone con professionalità e storia personale di altissimo livello. Infatti i citati ministri hanno un curriculum straordinario. Ricordo ad esempio che il Ministro Amina J. Mohammed, è stata una strettissima collaboratrice del Segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon, è stata docente alla Columbia University e ha ricoperto negli anni ruoli importantissimi in società private ed enti pubblici inoltre si è distinta per la lotta nella difesa dei diritti umani e l’educazione ed è stata chiamata dal Santo Padre Papa Francesco a collaborare per la stesura dell’enciclica “Laudato Si’”.

Proprio ripercorrendo i passi di questa enciclica troviamo in essa i criteri fondamentali di sviluppo di un mondo migliore e, non a caso, sono i principi ispiratori della attività del Governo Nigeriano che, primo al mondo, sta applicando questi dettami senza indugio.

Ora mi preme far notare che sia il Presidente Buhari che il ministro dell’Ambiente di cui abbiamo detto, sono musulmani. Questo unicamente per dire che l’applicazione nei fatti del pensiero del Papa non è una questione religiosa ma e’ una questione di intelligenza e buon senso oltre che di amore per il proprio Paese e per il Pianeta in cui viviamo.

Vien da se capire che chi combatte cosi aspramente un malcostume gravissimo che da decenni affligge il Paese si fa inevitabilmente un gran numero di nemici potentissimi in grado anche di influenzare l’opinione pubblica.

Pertanto si invita a verificare i fatti reali prima di diffondere o rilanciare notizie che non siano più che documentate da organismi internazionali affidabili e verificabili. Considerando che tutto ciò è stato fatto soltanto nei pochi mesi trascorsi dall’insediamento del Governo, rappresenta un risultato oggettivamente straordinario.

Rimangono enormi problemi da risolvere in Nigeria, ma giudicare negativamente l’operato del nuovo Governo e del Presidente è da irresponsabili e chi si attribuisce il dovere di informare il Mondo dovrebbe seriamente riflettere su certe questioni. Le aree della fascia centrale Middle Belt rappresentano un grosso problema da prendere in considerazione, ma le azioni compiute sino ad ora e prima descritte avranno certamente un impatto positivo anche sulla popolazione di quelle zone.

Qui corre l’obbligo di far notare che i fatti citati nel rapporto Open Doors di World Watch Research Appraising the Buhari administration: The Middle Belt and missteps on the promise of neutrality riguardano tensioni verificatesi tra allevatori nomadi ed agricoltori stanziali. Queste due categorie sono sempre state in conflitto nella storia dell’umanità in tutto il mondo per motivazioni prevalentemente economiche e di interessi divergenti. L’Europa stessa è stata per secoli insanguinata da queste conflittualità.

I fatti rappresentano un grave problema che il governo dovrà risolvere, ma lo rappresenterebbero anche se le religioni dei due gruppi in conflitto fossero le stesse. Dalle regioni del nord, in progressiva desertificazione. gli allevatori si spostano verso sud con le loro mandrie e vanno ad invadere i territori coltivati dagli agricoltori stanziali e da li ne derivano le tensioni e gli episodi delittuosi conseguenti.

Perché quindi attribuire motivazioni religiose a questi fatti? Sarebbe forse meno grave se fossero stati tutti musulmani o tutti cristiani? Certamente no. La gravità rimarrebbe inalterata e la necessità di un forte intervento governativo, che ci risulta essere stato gia preso in considerazione, rimane prioritaria.

Tuttavia far passare l’attuale Presidente come complice di un genocidio religioso mi sembra francamente ingeneroso e del tutto fuori luogo oltre che falso e, in un momento storico come questo, addirittura pericoloso.

I fatti della Middle Belt stanno a dimostrare l’importanza centrale del fattore ambientale, in questo caso legato alla desertificazione, che assume inevitabilmente valore politico e sociale.

Il filo conduttore di un duraturo sviluppo è il legame tra Ambiente, Risorse, Condivisione del Benessere, le strade appunto che il Governo Nigeriano ha deciso di percorrere e che sta molto a cuore anche al Santo Padre. Fa più rumore un albero che cade di tutta una foresta che cresce ed io ritengo che la foresta Nigeriana stia veramente crescendo.

La più grande ricchezza della Nigeria è rappresentata dal suo popolo e dalla voglia che ha di cambiare e di essere partecipe del rinnovamento del continente. Si percepisce ovunque questa sensazione. Ora la gente sa che il cambiamento è possibile e, seppur con grande fatica, chi ha idee e voglia di fare può trovare in Nigeria terreno fertile e sa che la corruzione e il malaffare sono malattie in via di guarigione combattute dal Governo e non una realtà imprescindibile.
In Nigeria si assiste in una specie di sogno americano in versione nigeriana che chiamerei “Sogno Africano”.

Vi sono realtà economiche nate dal nulla sulla base unicamente di idee dei giovani e che stanno prendendo velocemente forma, si assiste al rientro dall’estero di giovani Nigeriani che una volta terminati gli studi scelgono di rientrare nel loro Paese per contribuire al suo sviluppo invece di scegliere la più facile via di una carriera all’estero.
Realtà economiche sviluppatesi in passato in vari settori legati al petrolio hanno deciso di credere nella Nigeria e sono ora disposte ad investire pesantemente anche sulle nuove idee invece di concentrare all’estero i propri capitali.

Ricordo che Aliko Dangote, il self made man Nigeriano diventato l’uomo più ricco dell’Africa e l’Uomo di colore più ricco al mondo operando in vari settori economici del Paese, giustamente dice che gli unici che possono sviluppare stabilmente l’Africa sono gli Africani perché nessuno lo farà al posto loro.

La libertà religiosa della Nigeria non mi sembra affatto costituire un reale problema. Si possono notare facilmente nel Paese chiese cristiane costruite a pochi metri dalle Moschee e vedere musulmani e cristiani pacificamente interagire e collaborare senza alcun problema come in qualsiasi altro Paese civile del mondo, lasciando le convinzioni ed il Credo religioso alla parte più intima dell’anima di ognuno come è giusto che sia.
Durante il mio lungo viaggio in Nigeria compiuto nello scorso mese di Giugno, ho visto e visitato decine di chiese cristiane in zone molto remote ed isolate, cosa di per sé impossibile se le tensioni religiose fossero esasperate come sono descritte in alcuni strani reportages.
All’aeroporto della capitale federale Abuja, che si trova nel centro della Nigeria, vi è una chiesa cattolica ed una moschea poste una in fianco all’altra a disposizione dei viaggiatori. Ciò non mi risulta esistere, ad esempio, negli aeroporti italiani. La percezione generale è di una cultura che fa della liberta’ di Fede un elemento fondante della società Nigeriana e che in nessun momento del mio viaggio ha avuto modo di essere messa in dubbio.
L’importanza e le risorse che il Governo sta attualmente attribuendo all’istruzione, è una altra arma vincente che farà la differenza per il futuro.

La Fondazione Novae Terrae sta valutando la possibilità di aprire una sede stabile nel Paese per monitorare i benefici ed i cambiamenti che il nuovo corso della storia Nigeriana porterà alle famiglie e per dar conto della vera realtà Nigeriana aldilà dei luoghi comuni.

Nel concludere auguro alla Nigeria ed al suo Governo di avere la forza per continuare tenacemente sulla strada intrapresa che rappresenta certamente un punto di svolta epocale nella storia Nigeriana mentre ai vari cultori del complottismo internazionale , che spero siano solo malinformati e non faziosi per altri motivi, ricordo che “le mani che aiutano sono più sacre delle bocche che pregano”.