di Giuseppe Davicino
Nel marasma delle 28 campagne elettorali nazionali, ognuna dominata da proprie contese interne, si fatica a scorgere una discussione comune intorno al futuro del processo di integrazione europea, nonostante gli sforzi compiuti in tal senso dalle istituzioni comunitarie e da numerose organizzazioni della società civile. Ciò a causa della grande diversità di vedute, di attese e di progetti che i singoli Stati manifestano nel confronti dell’Unione europea. Si va da chi è in procinto di uscirne, ma senza essere fino in fondo certo, come il Regno Unito, a chi in qualche modo sembra privilegiare la massimizzazione dei benefici dell’adesione all’Uenell’immediato piuttosto che in prospettiva, come i Paesi dell’Est. Vi è anche chi propone una cooperazione rafforzata, come hanno ribadito Germania e Francia nel recente trattato di Acquisgrana, ma senza conquistare l’entusiasmo dei rispettivi popoli.