tensionicoreaEsistono evidenti asimmetrie nella penisola asiatica fra le due Coree, che destano preoccupazioni soprattutto per l’atteggiamento provocatorio del regime di Kim Jong-un. Come il Mppu di Seoul vive, controcorrente, le attuali tensioni.

La ferite della storia. Fino al 1945 esisteva una sola Corea e la storia non faceva distinzioni fra il Nord ed il Sud della penisola. Alla conclusione della seconda guerra mondiale, la Corea venne frazionata in Corea del Nord (sotto l’influenza sovietica) e Corea del Sud (sotto quella statunitense). Il 38° parallelo veniva a segnare la linea di demarcazione fra le due Coree, con una zona demilitarizzata che tagliava il confine con un angolo acuto da sud-ovest a nord-est.

Nel giugno 1950 la Corea del Nord, con l’appoggio di Cina e Russia, invase la Corea del Sud, innescando una guerra che fece 4 milioni di vittime, interrottasi nel 1953, ma ufficialmente mai terminata e ratificata in un trattato di pace, e che mantiene da allora un clima di tensione permanente.

Nel corso degli ultimi 60 anni si sono evidenziate, a livello politico ed economico, notevoli asimmetrie fra le due nazioni coreane. 

 

La Nord-Corea -ufficialmente Repubblica Democratica Popolare di Corea- 24 milioni di abitanti, si estende per 120mila km quadrati nella metà settentrionale della penisola coreana.  

 

Politicamente è uno Stato socialista; ma, di fatto, una dittatura di stampo stalinista, guidata da una dinastia ereditaria. L’attuale giovane presidente Kim Jong-un è infatti il figlio terzogenito di Kim Jong-Il (a cui è succeduto nel 2011), che era a sua volta il figlio di Kim Il-sung (il “Presidente eterno”, a norma della Costituzione nord-coreana) dal quale aveva ereditato nel 1994, alla sua morte, la guida del Paese.  

Economicamente la popolazione è ai limiti estremi della povertà, sia a causa delle scelte del regime, che lo ha posto in condizioni di isolamento politico-economico, sia per la concomitanza di una serie di calamità naturali che hanno messo vieppiù in ginocchio il Paese.

La Sud-Corea -ufficialmente Repubblica di Corea- 48 milioni di abitanti, occupa la metà meridionale della penisola coreana (100mila Km quadrati). Politicamente la Corea del Sud è una Repubblica presidenziale, di stampo democratico-occidentale. Economicamente ha fatto straordinari progressi nell’ultimo decennio: oggi é la quarta economia dell’Asia e la quindicesima nel mondo, e fa parte dei 30 paesi dell’OCSE.

Periodicamente si registrano provocazioni da parte della Corea del Nord. Dopo la minaccia di utilizzo di testate nucleari – che ha destato preoccupazione non solo alla Corea del sud e agli USA, ma anche a Cina e Russia – recentemente Pyongyang ha anche deciso il blocco dell’accesso all’area industriale di Kaesong ai dipendenti e agli automezzi provenienti dal Sud. 

Quello di Kaesong è un distretto geograficamente situato in Corea del Nord, dove hanno sede 123 imprese sudcoreane che impiegano oltre 50.000 dipendenti nordcoreani. È l’unica zona ‘condivisa’ dove esiste una collaborazione economica tra le due Coree. Una decisione assurda – un autogoal in termini calcistici –  perché penalizza soprattutto i lavoratori nord-coreani, che non sono in grado di garantire l’operatività degli impianti, senza i rifornimenti di materie prime che vengono inviati con regolarità dal Sud al Nord. Nell’attuale atmosfera surriscaldata si temono possibili sviluppi incontrollati che farebbero precipitare la situazione a livelli critici.

Il Movimento politico per l’unità è presente da alcuni anni nella Corea del sud, dove ha generato una realtà molto viva soprattutto nella capitale, Seoul, che è la seconda metropoli più grande del mondo (dopo Tokio) ed è la sede dell’Assemblea nazionale. Tre le direttrici d’azione: un Forum politico, che raggruppa e sostiene un nutrito gruppo di parlamentari di partiti diversi e di differenti riferimenti culturali-religiosi; un Forum sociale, che rivolge la sua attenzione ai gruppi intermedi che operano nei vari ambiti della società civile; una Scuola di formazione politica, indirizzata alle giovani generazioni. Dietro tutto questo una nutrita comunità, che fa riferimento alla politica di comunione generata dal carisma di Chiara Lubich, la fondatrice del Movimento dei Focolari (assai diffuso ed attivo in molte regioni del continente asiatico). Una visione che considera l’umanità come il primo soggetto politico e punta all’obiettivo della costruzione di un mondo unito, facendo leva sulla categoria della fraternità universale.

Per questo, il Mppu di Seul vive in maniera controcorrente le attuali tensioni. Condivide, certo, le preoccupazioni del proprio Paese per le minacce che giungono dal governo di Pyongyang e ritiene ragionevoli le misure di contrasto messe in atto dal governo di Seul, a difesa della sicurezza del Paese. Ma ha sempre nel cuore le condizioni di estremo disagio e di marginalizzazione sociale, ai limiti della sopravvivenza, della popolazione nord-coreana, che continua a sentire fraternamente prossima e vittima incolpevole delle scelte politiche di un regime totalitario che investe le sue principali risorse in spese militari. Si iscrivono in quest’ottica gli aiuti di natura economica, alimentare e farmaceutica, che con regolarità ed in modo organizzato si fanno arrivare alla popolazione del Nord-Corea. 

Ho potuto personalmente constatare, nella occasione in cui ho potuto incontrare quella comunità a Seul, come sia sempre presente negli animi di tutti il desiderio di una definitiva chiusura con i conti della storia – una vera e propria purificazione della memoria – coltivando il sogno di una riunificazione delle due Coree. E, a questo scopo, lavora per contaminare il tessuto sociale e politico del Paese con lo spirito della fraternità.