FONTE: CITTÀ NUOVA  

 

Il regime venezuelano appare compatto, ma non lo è. L’opposizione ha superato gli ostacoli posti dal governo e presenta un candidato unico con reali possibilità di vittoria, nell’improbabile caso che le elezioni di luglio siano libere e democratiche. Un chavismo sconfitto – com’è già avvenuto – non intende cedere il potere.

Prima la proscrizione dei candidati più pericolosi (prima fra tutti la vincitrice delle primarie della Piattaforma Unitaria 2023, María Corina Machado). Poi la distrazione per l’irredento Esequibo da recuperare alla Guyana usurpatrice, quindi gli arresti di collaboratori chiave dell’opposizione in qualità di “cospiratori” di un fantomatico piano per assassinare il presidente Maduro (le prove presentate sono videoregistrazioni di presunti complici carcerati che spiegano le intenzioni dei “traditori”) e la “fabbricazione” di oppositori di facciata. Infine, la nuova “Legge contro il fascismo” dai contorni così indefiniti da permettere l’incriminazione di chiunquesia accusato di sostenere ideologie definite di volta in volta “conservatrici”.  E in mezzo, l’espediente più grossolano: impedire l’iscrizione telematica alla candidatura della sostituta della Machado, Corina Yoris.

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foto: Maria Corina Machado , leader dell’opposizione venezuelana, a una conferenza stampa a Caracas il 26 marzo 2024. Foto Ansa/EPA/Miguel Gutierrez